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Risultati per: attilio

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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

675719
Garibaldi, Giuseppe 47 occorrenze
  • 1870
  • Fratelli Rechiedei
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

vegliava Attilio, suo compagno d’infanzia, ventenne, robusto artista, il coraggioso rappresentante della gioventù romana, non della gioventù

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Di faccia allo studio di Manlio ve n’era un altro, quello dove lavorava Attilio. Dalle sue finestre questi aveva potuto vedere la Clelia; appunto

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fratello!» e sembrava veramente un fratello di Muzio quegli a cui egli dava quel nome. Egli era Attilio, l’amico nostro, il quale alle parole di Muzio

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ornata la meravigliosa metropoli del mondo. E lo seguiva Attilio col presentimento di seguire un ribaldo, uno stromento d’infamia la cui meta fosse

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avvertimenti che ricevevano da Roma su tutte le mosse del nemico. La comitiva s’era accresciuta in questi ultimi giorni. Colla venuta d’Attilio e de

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Noi vedemmo Attilio, Silvio e Manlio, dopo che quest’ultimo fu liberato, incamminarsi per la campagna e dirigersi per l’appunto verso la dimora di

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di questi impostori. La notte dell’8 febbraio era in Roma notte di congiura. Convegno il Colosseo; perciò Attilio dopo aver pedinato quel messo di

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«Pronti ragazzi!» sciamarono quasi ad una voce Orazio, Attilio e Muzio. «Pronti!» e quest’ultima voce non era ancor pronunciata quando una valanga di

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. Sarà calcolo, sarà sorte, sarà capriccio di chi poteva far meglio? Giulia, che Attilio e Muzio avevano aspettata per aver notizie della famiglia di

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La prima voce che s’udì nel loggione era voce d’uno da noi conosciuto: la voce di Attilio. Attilio, l’intemerato, a vent’anni era stato con voti

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pure e portavano ai feriti quel soccorso che la circostanza permetteva. «Ebbene, principe della campagna romana, - diceva Attilio ad Orazio - ne hai già

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, Una sera dei primi di marzo in una stanzuccia sul di dietro della casa di Manlio in Trastevere s’eran riuniti, Attilio, Muzio e Silvio per conferire

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Dopo l’avvenuto nelle Terme di Caracalla, la posizione d’Attilio, e de’ suoi amici divenne ben pericolosa. Il traditore avea pagato il fio con la sua

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disgrazia. Mentre stava meditabonda e perplessa sullo strano caso, capitava Attilio e da lui uditi i particolari della faccenda non dubitò un momento che

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foresta, Attilio disse: «Qui, in questa selva, si rifugiarono gli ultimi avanzi dell’indipendenza Etrusca, battuti e perseguitati dai padri nostri, i

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la parte di secondo. Pure d’un secondo egli abbisognava e profittando d’un momento di calda discussione tra gli amici, con un’occhiata chiamò Attilio

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con gratitudine, e strinse affettuosamente la mano abbronzata del duce della foresta. E Clelia non l’aveva essa riconosciuto il suo Attilio nel ruggito

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Dopo le accoglienze d’Attilio e d’Orazio, il suo forte liberatore, Giulia si occupò un poco anche del suo amante, che in tanta confusione era rimasto

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vece il suo pensiero ed il suo cuore corsero ad Attilio. Credo non affermare cosa che il lettore non abbia indovinato aggiungendo che la buona Silvia

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, «tra le gambe dei cavalli di granito. Saranno pronti al primo cenno». «Bene» rispose Attilio. Poi impaziente di farla finita, rivoltosi a Dentato: «il

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ai trecento. Povera Camilla! E Silvio che l’aveva riconosciuta, raccontava ai compagni la storia dell’infelice. «È tempo, - ripigliava Attilio, - di

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popolo. Girava dunque il suo sguardo sulla popolazione affollata il solitario quando un picchio leggiero sulla spalla lo fece accorto di Attilio. «Non

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Orazio dopo aver accolto e lodato i nuovi amici e fratelli pensò di provvedere alla sicurezza generale. Chiamò a sé Attilio ed il Principe, ormai

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vecchio operaio. Muzio si avvicinò a Giulia e Clelia che non erano lontane e mettendo innanzi la condizione, che Attilio e lui le avrebbero seguite nel

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riuniti i nostri vecchi conoscenti, Attilio, Muzio, Orazio, Silvio e Gasparo, e con loro tutti quelli dei trecento su’ quali la polizia non aveva

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delitti, e qui fuori, pronto a fare giustizia degli scellerati stanno Attilio, Muzio, Silvio e venti compagni dei nostri trecento. Questi superbi figli

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a capo basso attanagliato nei polsi da Orazio e da Attilio mentre Muzio apriva la via, non facile ad aprirsi, in mezzo a quella moltitudine

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introdotte nella gola del sotterraneo. Attilio aveva fatta la dimanda: se le sentinelle erano a posto: il lume, dopo la risposta affermativa, aveva

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. Attilio ebbe sfiorata la coscia destra, la guancia sinistra e sul cranio un’incannellatura quale fa la corda sull’orlo del pozzo. Troppo era l

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istintivamente s’avviarono verso lo studio d’Attilio, che trovarono dinanzi. la mensa modestamente imbandita alla quale parteciparono di tutto cuore

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lo meno agli scherni ed alle beffe di chi sciaguratamente è assuefatto a disprezzare l’Italia! Attilio e Muzio, stanchi e piagati, non vollero

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tre proscritti e, fatto un gruppo dei tre guanti, Attilio con piglio sdegnoso lo scaglia contro il viso del maldicente, senza articolare parola. «Oh

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erano introdotti molti dei più coraggiosi d’ogni provincia italiana. I nostri vecchi amici Attilio, Muzio, Orazio, ecc., erario al loro posto per

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», sussurrava Gasparo, col suo vocione. «Avanti!» esclamarono Orazio ed Attilio, rimasti pazientemente silenziosi sino a quel punto. Un momento d’assoluto

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. Quante volte durante la narrazione non era essa stata sul punto di esclamare: il mio Attilio anch’esso è bello, valoroso, degno d’essere amato di un simile

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occhi di Muzio! di Muzio che si trovava all’altra estremità della mensa, collocato fra Attilio ed Orazio niente meno! Assuefatta a vedere il suo

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: Attilio, Muzio e Gasparo. Quest’ultimo si vedeva chiaro avere gli occhi gonfi dal pianto. La fiera natura del vecchio sovrano della campagna di Roma era

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ai gradini della piazza. Sparì Muzio e in un lampo comparve al cospetto di Attilio che scendendo strinse la mano dell’amico ed appena potè articolare

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lasciato in florida salute colla promessa di recargli presto notizie vostre». «E qual è l’opinione del Solitario circa alle cose di Roma?» chiese Attilio

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quello di un Andaluso o d’un Lusitano, che si somigliano come fratelli». «Bravo capitano Tortiglia» disse Attilio giunto in quel momento dal corpo di

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’ultimo partito si attennero Clelia ed Attilio. «Mio! mio!» avea detto Clelia, al racconto d’Irene ed ora che quel suo caro era lì, ai suoi piedi

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Poi Attilio è in cerca di lui e certo, egli non poserà finché non sappia che cosa ne sia avvenuto». Le due donne così ragionando cercavano di

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confessarlo, in quel momento i nostri cari, non men belli e non men coraggiosi, Attilio e Muzio, furono dimenticati dalle nostre eroine. Così è più

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’ultimo. Convien dire puranco ad onor suo ch’egli era mortificato e sdegnoso di fuggire correndo, quando fu raggiunto da Attilio, il quale gli intimò la

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suo prediletto. Clelia sarebbe stata felicissima d’avere seco il suo Attilio, anche a patto di star tutta la vita nella foresta; Silvia, la buona

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Era la vigilia di Pasqua, tutto si trovava in ordine nel castello ed i proscritti che non eran di guardia stavano con Orazio, Attilio e le donne

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Ritornati dal funerale, Attilio e Muzio si erano consultati col solitario sul modo di comunicare alla sorella l’avvenimento fatale ed egli chiamato

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